I Love You (a Show by The Ant Theater)
Mercoledì 6 Aprile 2011 alle 19.30 inaugura I love you, la nuova mostra di The Ant Theater al Ganzo in via dei Macci 85r a Firenze. Con Simone Massoni e Ilaria Falorsi abbiamo deciso di esporre una selezione dei nostri disegni dedicati al Giappone, ed io presento "48", la riproduzione integrale di uno sketchbook realizzato a Tokyo agli inizi del 2010.
Questa l'introduzione della curatrice Diana di Nuzzo nel catalogo della mostra:
Un cerchio rosso su fondo bianco: è questo il teatro in cui le formiche hanno scelto di ricostruire un mondo.
Se c’è una cosa che si è soliti dire del Giappone è che è un posto dove le persone riservano una particolare attenzione ai dettagli, alle piccole cose della vita di cui per la fretta a volte non ci accorgiamo, e che non vediamo mai veramente.
The Ant Theater ha reso vivo questo sguardo e concreti gesti, attimi e ritagli di un’esistenza veloce e mutevole.
Con questa mostra i membri di The Ant Theater vogliono rendere omaggio ad un universo che è stato in grado di ispirarli con forza da sempre, nell'arte come nella vita. Motivati anche dai tragici avvenimenti del Marzo 2011, vogliono qui rendere pubblico un amore sincero, quasi come un debito da pagare verso chi, pur senza volontà, ci ha dato tanto.
Tra le fascinazioni di questa espressione d’affetto, il fatto che il linguaggio utilizzato sia un mix riuscito e completo di immagini, parole e ideogrammi che insieme contribuiscono alla preziosità della composizione. Oggetti ed esseri umani sono sospesi con una certa dose di evanescenza tra balloon, simboli e figure dal tratto variabile a seconda della mano impiegata. Quella di Cosimo Lorenzo Pancini, composita e vibrante, quella di Simone Massoni, scrupolosa ma sfuggente, e quella di Ilaria Falorsi, sinuosa, seducente, sintetica.
Insieme, offrono presso il Ganzo uno scenario eloquente della vita che si sono fatti narrare dagl’occhi, grazie ai loro viaggi, e a ciò che a posteriori hanno prodotto sperando non solo di immortalare dei ricordi, ma anche di sapere interpretare un modus vivendi tanto distante dal nostro, quanto estremamente simile alla materia dei loro (e nostri) sogni.