Non avere paura
Non so, sinceramente, se l'ho sentita dire da qualcuno o me la sono immaginata, o sognata, la citazione che dice: "La paura non è un'emozione, è un difetto". Per paura d'una indebita appropriazione, s'imporrebbe il silenzio. E invece.
La paura è quella cosa che stai per, e invece no.
Una cosa che impari da piccolo, in virtù del sillogismo banale che se un fuoco scotta, tutti gli altri lo faranno.
Quando diventi adolescente, poi, la paura credi di non averla più, semplicemente perché ci sei dentro fino al collo.
E se sei un giovane artista, un giovane creativo, uno che casomai vorrebbe lavorarci, con l'arte - ecco - la paura diventa il tuo peggior nemico.
Sei giovane, e hai paura del mondo, e della tua inesperienza.
Sei un creativo, ed hai paura di non esserlo abbastanza.
Vorresti fare dell'arte una professione, e hai paura di fallire.
Quando hai paura, e sei abbastanza intelligente da capirlo, la tua unica arma di difesa è l'ironia.
Diventi ironico ed autoironico, prendi in giro te stesso ed il mondo, e vai avanti.
Bella cazzata.
Tipo: quanto ci piaceva ridere pensando al modo in cui una volta eravamo stati presentati da Debora, per via del fumetto pubblicato in Francia: "Loro sono Cosimo e Alberto, due artisti quasi famosi". Quel "quasi" ci faceva tanto ridere, ce lo ripetevamo tutte le volte che sentivamo il bisogno di vincere il sospetto orribile di non essere abbastanza bravi da avere successo. "E se sei tanto bravo, com'è che non sei ancora famoso?" - era un'altra battuta che ci piaceva tanto. Veramente tanto.
Così, lasciavamo aperta la porta alla paura, credendo d'addomesticarla con l'ironia. Pensando che effettivamente eravamo in grado di osare - sì - purché accompagnati da quella bestia instupidita dal pensiero del fallimento.
Meglio un successo piccolo ma sicuro che un futuro nebuloso e pieno di rischi.
Meglio un uovo oggi che una gallina domani, insomma.
Negli affari, allo stesso modo, ci dominava la prudenza saggia che impone di spendere mai più di quanto si prevede di guadagnare. Solo più tardi qualcuno ci avrebbe rivelato che il segreto di un imprenditore di successo sta nella capacità di dormire sui propri debiti.
E non per incoscienza.
Per mancanza di paura.
Di fronte ad un'accoppiata limoncello e birra Joe Sorren aggiunse che la paura - nel lavoro, nella creatività, nella vita - ha una sola funzione: quella di indicarci la strada giusta da seguire. Quell'idea che sembra sbagliata, quella strada che sembra deviare, quello scoglio che verrebbe voglia di fermarsi.
Quello scoglio che verrebbe di fermarsi, e invece.
E invece: oltre la paura, quell'inebriante senso di saltare nel vuoto, senza rete. In quell'ignoto dove ci aspetta - immenso - il fuoco freddo di una nuova idea.